Gerontius Peter Pears
The Priest John Shirley-Quirk
The Angel Yvonne Minton
The Angel of Agony John Shirley-Quirk
With the London Symphony Chorus (Corus Master Arthur Oldham)
The Choir of King’s College, Cambridge (Director: David Willcocks)
The London Symphony Orchestra conducted by Benjamin Britten
Lato 1
Parte prima: Preludio, Jesu, Maria, I am near to death
Lato2
Parte prima: (Conclusione) Proficiscere, anima Christiana
Parte seconda: I went to to sleep: and now I am refreshed.
Lato 3
PartII : (Continued): But hark! Upon my sense comes a fierce hubbub
Lato 4
Part II (concluded); Thy judgement now is near
La Decca ha pubblicato di recente due microsolco nei quali è registrato un oratorio che sta fra le musiche ricordate del nostro secolo. Si trata di una vasta composizione di Edward Elgar, l’insigne compositore inglese vissuto fra il 1857 e 1934 intitolata The dream of Gerontius, cioè a dire il sogno di Geronzio.
Scritta su testo del cardinale Newman, è in sostanza una vera e propria opera in due atti (così affermano gli studiosi elgariani). In effetto laparticolare impronta della partitura richiama lo spettacolo operistico nella sua scolpitezza, nella sua vis drammatica, nella sua tension e espressiva e anche nei suoi forti effetti.
Ma di là da tale specifico carattere The dream of Gerontius è una pagina bellissima, tutta ispirata, lavorata, di fino con sapienza e con minuzia.
A mio parere questa pubblicazione Decca è una fra le più importanti dell’annata discografica in corso: non soltanto si badi per l’interesse del titolo, non soltanto per la rarità con cui il titolo è presente nei cataloghi discografici, ma anche per la validità assoluta dell’esecuzione affidata a quel sensibile e acuto direttore che risponde al nome di Benjamin Britte, ossia del capofila della giovane scuola inglese; un compositore fra i pèiù eminenti oggi.
Inutile dire che Britten ha rilevato nella partitura elgariana tutti i più sottili valori, in essa cogliendo quell’aura di mistero e di soprannaturalità, quell’umanissimo calore, quei passionati cintrasti psicologici, quella straordinaria intensità nella compinazione voci-strumenti che rapiscono e incantano chi ascolta.
Nella parte di Geronzio figura un interprete di riconosciuti meriti, il tenore Peter Pears il quale è riuscito a uguagliare la meravigliosa finezza conseguita nello strumentale da Benjamin Britten.
Nella parte del Prete e dell’Angelo dell’Agoniail bravissimo baritono John Shirley-Quirk, assai versato come tutti sappiamo nell’interpretazione delle musiche di autori inglesi; nella parte dell’Angelo il mezzosoprano Yvonne Minton, una cantante di finissima scuola che ha più volte collaborato con successo alle imprese discografiche della Decca.
Ai meriti indiscutibili dei solisti bisogna aggiungere quelli dei cori della London Symphony e del King College Cambridge istruiti rispettivamente da Arthur Oldham e da David Wilcocks. Il coro dei Diavoli “Low-born clods of brute earth”, il coro degli Angeli “Praise the Holiest in the Height”, il coro delle voci in terra e delle anime in Purgatorio sono in effetti modelli esemplari di fusione vocale e di finezza interpretativa. L’orchestra della London Symphony è un gioiello, fra mano a Britten.
Segnalo perciò con entisiamo i due dischi Decca ai miei lettori e consiglio l’acquisto di questa bella edizione discografica dell’oratorio elgariano.
Vale la pena a mio parere di conoscere The dream of Gerontius e il suo autore. . Sotto il profilo tecnico i due microsolco sono di buona fattura, senza alcuna menda riconoscibile.
Laura Padellaro.
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