martedì 29 gennaio 2019

L'ecole italienne de l'ogue




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domenica 20 gennaio 2019

I Musici: Mendelssohn, Wolf, Rossini




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lunedì 7 gennaio 2019

Nicola Piccinni: La Cecchina; Domenico Scarlatti: La Dirindina




Scarica qui La Cecchina di Nicola Piccinni e la Dirindina di Scarlatti


La buona figliuola - nota anche con il doppio titolo La Cecchina, ossia La buona figliuola - è un dramma giocoso in tre atti musicato da Niccolò Piccinni su libretto di Carlo Goldoni (che utilizzò lo pseudonimo di Polisseno Fegejo).

Il libretto di Goldoni fu tratto dal romanzo Pamela, or Virtue Rewarded (Pamela, o la virtù ricompensata) di Samuel Richardson. Dal medesimo autore Goldoni aveva già tratto le commedie Pamela nubile e Pamela maritata.

Il testo della Buona figliuola capitò tra le mani di Piccinni che decise di metterlo in musica: l'opera debuttò il 6 febbraio 1760 al Teatro delle Dame di Roma con un grandioso successo. Nell'anno successivo Goldoni scrisse un seguito della vicenda, chiamato La buona figliuola maritata, che venne rappresentato a Bologna con musica sempre di Piccinni.

L'opera fu composta in soli diciotto giorni. Il successo della prima esecuzione le garantì repliche fino alla fine del XVIII secolo (per un suo recupero in tempi moderni si sarebbe dovuto attendere la Barocco renaissance del XX secolo) e raggiunse una tale popolarità che a Roma si diffuse una moda detta alla Cecchina.

Il 19 maggio 1764 avviene la prima come Das gute Mädchen ai Castelli di Laxenburg con Gaetano Guadagni, il 25 novembre 1766 al Her Majesty's Theatre di Londra ed il 7 dicembre 1778 il successo all'Académie Royale de Musique di Parigi dove il 15 aprile 1779 avviene la prima come La bonne fille mariée.

La Dirindina

Dirindina è un’azione scenica senza scenografia, sostituita quest’ultima dall’orchestra in palcoscenico. I cantanti in costume d’epoca si muovono intorno agli orchestrali in moderna tenuta da concerto. A guadagnare la scena, sul finire dell’Intermezzo I, è l’irrompere di un clarinettista che trasformando alcuni incisi tematici precedentemente ascoltati in un originale Intermezzo composto da Luigi De Filippi, conduce man mano cembalo, archi e poi anche le voci in un’atmosfera legata ai nostri tempi. Quasi un sogno, che si dissolve poi sull’altro sogno: quello settecentesco e buffo dell’Intermezzo II de La Dirindina di Domenico Scarlatti.